Penso che questi giorni dobbiamo concentrare l’oggetto delle nostre preghiere sul buon esito del presente Sinodo dei Vescovi. (Perché non lasci indesiderabili o addirittura pericolosi strascichi).
Il tema di questa XVI Assemblea Ordinaria del Sinodo dei Vescovi è la sinodalità. Ma che cosa è la sinodalità? Gli organizzatori del Sinodo ci dicono che l’etimologia della parola greca “synodos” vuol dire “camminare insieme”, per cui il sottotitolo del Sinodo è “Partecipazione e Comunione (per la) Missione”.
Ma c’è stato un documento preparato dalla Commissione Teologica Internazionale, approvato dall’allora Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Chiesa e pubblicato con il permesso di Papa Francesco, nell’anno 2018. Questo documento spiega più adeguatamente la sinodalità, la quale ovviamente, per noi della Chiesa, deriva dalla realtà storica dei “sinodi”, eventi importanti quando lo Spirito ispira alla gerarchia della Chiesa come guidare il viaggio verso la meta escatologica.
Il Concilio Vaticano I ha affermato l’infallibilità del Papa, ma, a causa delle condizioni politiche, quel Concilio non ha potuto concludersi. Il Concilio Vaticano II ha completato il lavoro nel documento dogmatico sulla Chiesa (Lumen gentium), dove chiarisce che tutto il Popolo di Dio partecipa alla missione di evangelizzazione, ma è la gerarchia sostenuta dallo Spirito che ne assicura la retta direzione, preservando sempre il deposito della fede trasmesso dagli apostoli e dai loro successori. La corretta intelligenza della sinodalità non può ignorare la collegialità dei Vescovi.
Sin dall’inizio di questo Sinodo, i documenti che vengono dalla Segreteria, non danno importanza alla preservazione della fede, ma a cambiamenti, cambiamenti della struttura della Chiesa e dell’insegnamento morale sessuale, con particolare attenzione alle relazioni omosessuali.
Nel 2021, qualcuno ha presentato alla Congregazione della Dottrina della Fede la domanda: “Se è permesso benedire le coppie omosessuali”. La risposta fu: “No”, con abbondanti spiegazioni. E questa risposta è stata firmata dal Santo Padre.
Cinque Cardinali, vedendo che i documenti provenienti dalla Segreteria del Sinodo sembrano suggerire che questo problema sarebbe discusso nel presente Sinodo, per impedire questo spreco di tempo hanno presentato, tra i Cinque Dubia, anche questo problema, sperando che il Santo Padre vorrà confermare la sua posizione di pochi anni fa.
[Tra l’altro, fra i cinque Cardinali c’era anche il Cardinal Zen. Mi fa meraviglia che questo fatto di notizia internazionale non sia stato riferito sui due settimanali della Diocesi di Hong Kong. Forse si teme che i fedeli saranno scandalizzati e la Chiesa sarà divisa? Si pensa che i nostri fedeli siano dei bambini? Un problema così importante non dovrebbe interessare tutti? Non dovrebbero tutti partecipare ad una discussione? Qualcuno biasimerà il Zen, perché causa difficoltà al Santo Padre, mentre altri forse sono d’accordo che questi dubbi siano presentati al Papa. Non è una buona occasione per far maturare i fedeli, partecipando nel dibattito e accogliendo una conclusione secondo la fede?]
A nostra sorpresa, il Papa ha dato immediatamente una risposta, lunga e complessa, ma contraria a quella data pochi anni fa. In questa risposta si dice che in certe circostanze si può benedire le coppie sessuali. Noi non troviamo validi i ragionamenti in quella risposta, ma abbiamo semplificato la domanda, perché il Santo Padre possa rispondere: Si o No. A questa domanda riformulata non venne data nessuna risposta. Noi Cinque non abbiamo dato riscontro dettagliato a quei ragionamenti; personalmente ho tentato di farlo e lo potete trovare sul mio blog.
Il Sinodo si presenta come una impresa grande, che farà storia. C’è una fase di consultazione nelle Chiese particolari; poi ci sono le riunioni a livello continentale; finalmente si tiene il vero Sinodo.
Cominciando con la fase continentale, si nota uno stretto controllo della procedura. I dirigenti, con altri facilitatori, impongono molta preghiera, poi si fa condivisione di esperienze che suscitano emozioni, evitando però le vere discussioni. Anche nelle riunioni del Sinodo propriamente detto si impone lo stesso metodo. Ma la cosa più sorprendente è che tra i partecipanti ci sono 96 non vescovi (cioè 26 % dell’Assemblea) con diritto di voto. Ovviamente si intravvede il tentativo di cambiare la natura gerarchica della Chiesa in un sistema democratico.
Il Papa ha il potere di convocare qualunque specie di riunioni di consultazione, ma il Sinodo dei Vescovi, fondato da Papa Paolo VI, ha lo scopo specifico che il Papa possa, ad intervalli di pochi anni, sentire il parere dei suoi fratelli vescovi su qualche argomento specifico. Con non-vescovi votanti questo non è più un Sinodo dei Vescovi.
Sintetizzando le mie preoccupazioni, presenterei come oggetto delle vostre preghiere la mia speranza sui tre punti seguenti:
Primo: Sul procedimento delle riunioni.
Perché questa Assemblea possa chiamarsi Sinodo dei Vescovi, deve tornare a quel procedimento stabilito dall’inizio da Papa Paolo VI e che ha funzionato molto bene per tanti anni. Tocca ai vescovi dirigere l’andamento, partecipare attivamente nelle discussioni e votare precise deliberazioni da presentare al Santo Padre come consigli da parte dei suoi fratelli vescovi.
Questo sembra ormai non realizzabile in tutto, perché si vede che la procedura ora nel 2024 è la stessa del 2023. I membri stanno ancora attorno a tavolini a godere il calore inebriante di una riunione di famiglia, lasciando che i facilitatori li conducano allo Spirito Santo… Molte preghiere, molto sharing, ma non discussioni…
Possiamo solo sperare che i vescovi esercitino la virtù della “parresia” sovente raccomandata dal Santo Padre. Almeno non lascino che i non-vescovi votino insieme a loro.
Secondo: Su che cosa discutono i vescovi in questa sessione del 2024?
Alla fine della prima sessione, si è votato su una relazione sommaria, nessuna deliberazione. Si è visto che l’acronimo LGBTQ, che ha solennemente fatto apparizione nei documenti preparatori del Sinodo, non appare più. Però tutti supponevano che i problemi sarebbero discussi nell’Assemblea del 2024.
Poco dopo la fine della Prima Sessione, il Dicastero per la Dottrina della Fede ha emanato una Dichiarazione, “Fiducia supplicans“, dove dice che, in certe circostanze, gli ecclesiastici possono benedire coppie omosessuali. (Le ragioni sono più o meno quelle contenute nella risposta ai Dubia dei cinque Cardinali). Nella Dichiarazione, il Prefetto del Dicastero dice pure che questa è molto chiara e non suppone di dover tornare sull’argomento. Decidere così, senza consultare i vescovi che sono pure nel mezzo del Sinodo, è una incredibile arroganza.
Dopo la pubblicazione della Dichiarazione, ci fu una grande spaccatura nella Chiesa e confusione tra il popolo cristiano. [Ovviamente i cattolici di Hong Kong non hanno sentito tutto quello che sta capitando nella Chiesa, tanto meno hanno preso parte nel dibattito]. Il Papa ed il Prefetto del Dicastero hanno detto di capire la situazione, ma non hanno ritirato la Dichiarazione. Allora, di questo di discuterà in questa Seconda Sessione 2024?
Poco dopo, il Papa scrive al Segretario del Sinodo che egli ha affidato a 10 Gruppi di Studio i problemi particolari che sono affiorati nella Prima Sessione. Allora, che cosa rimane da discutere ai membri della Seconda Sessione del Sinodo?
Io penso che bisogna almeno concludere il dibattito sulla benedizione delle coppie omosessuali. Spero che i vescovi possano convincere il Papa di rimandare sine die l’esecuzione della Dichiarazione. Non ha detto Gesù a Pietro: “Tu aliquando conversus, confirma fratres tuos” “Tu poi, una volta tornato sui tuoi passi, consolida i tuoi fratelli” (Lc 22:32)?
Conviene veramente che ci sia una parola chiara su tutto questo problema, perché mentre procede il Sinodo, a poca distanza dalla sede del Sinodo, si sta facendo gran chiasso (James Martin con tutti i Cardinali e Vescovi che gli tengono bordone). Tutti avranno visto anche le foto del Santo Padre che recentemente ha ricevuto con gran calore i fautori del transgenderismo (novanta minuti di incontro!)
Terzo: Senza gli argomenti particolari, si discuterà sulla Chiesa sinodale.
Ho paura che ciò equivalga a discutere se i fedeli devono avere diritto di partecipare alla responsabilità ed autorità di pastori, che finora appartiene alla gerarchia. Forse, vedendo che non vinceranno su questo a livello di Chiesa universale, battaglieranno per una certa non-uniformità, cioè, per il riconoscere una certa indipendenza delle Conferenze episcopali o forse anche di Vescovi individuali, in materia di dottrina di fede.
Questa prospettiva ci spaventa, perché la nostra non sarà più la Chiesa cattolica. Non ci deve fare riflettere il fatto che la Chiesa Anglicana di Londra, perché ha riconosciuto il matrimonio omosessuale, ha visto rinnegata la sua autorità primaziale da parte di più di 80% della grande famiglia Anglicana (Global Anglican Future Conference)?
Non serve preoccuparsi, l’importante è che facciamo penitenza e preghiamo (specialmente il Santo Rosario). La speranza non sarà mai delusa.
Un grido di allarme da Joseph Zen.
18 ottobre 2024
Festa di San Luca Evangelista